Franco D’Attardi, Storia delle cose passate

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di Chiara Crescenzi

 

Là dove l’Amore spassionato per gli oggetti del Passato incontra l’attitudine al collezionismo, il nome di Franco D’attardi sembra comparire quasi per magia. Questo signorotto Palermitano DOC ha sicuramente trovato la soluzione ottimale per impegnare gli anni della sua pensione, ricercando e collezionando tutte quelle cose che hanno fatto parte del suo passato, o di quello dei suoi genitori, o anche dei genitori dei suoi genitori. Una storia lunga generazioni, raccontata dalla collezione di oggetti che è riuscito a mettere insieme negli ultimi trent’anni.

Ma questa bella storia, come tutte, merita di cominciare nel più classico dei modi.

C’era una volta la collezione di penne stilografiche d’epoca del signor d’attardi, che cominciò così ad avvicinarsi al mondo del collezionismo. Correva l’anno 1985 e da quel momento il nostro Palermitano viene preso dalla passione sfrenata per tutti quegli oggetti che in passato ha sempre desiderato ma non ha mai potuto avere. Non è solo un “meglio tardi che mai”, quanto piuttosto l’Amore per cose che non verranno mai più prodotte. Cose che raccontano storie di una città sicula a metà tra splendore e disagio. Cose che raccontano l’infanzia di un uomo oramai in pensione. Cose come i giocattoli e le macchinine in latta, che riportano indietro nel tempo, fin dove la fantasia dei bambini era ancora la forza più preziosa che questi potessero avere.

E poi scatole di latta, retaggio di una vita quotidiana passata nelle famiglie allargate del sud, dove le belle confezioni metalliche di biscotti invadevano il tavolo quando gli zii passavano a casa. Deve essere questo a cui pensa Franco D’attardi quando raccoglie oggetti d’epoca in giro per il mondo. Deve pensare a quanto sia stato bello vivere in un periodo storico in cui ancora ci si affezionava alle cose che si acquistavano. E poi si usavano. E si faceva addirittura fatica a buttare, perché oramai erano entrate a far parte della vita di ognuno.

E poi calendarietti profumati che raccontano divertenti storie palermitane della metà del Novecento. Piccoli calendari che venivano regalati nei negozi del barbiere, alla fine dell’anno. Una sorta di augurio contenente immagini quasi osè per l’epoca: pin up e profili di donne dalle gambe scoperte o dai vestiti attillati. Un oggetto di cui non sapremo neppure l’esistenza se il signor d’attardi non ne avesse collezionati a centinaia. Ripercorrono la storia dei negozi aperti in centro città a Palermo, dei nobil uomini che andavano a radersi prima delle feste, delle pasticcerie che lanciano sul mercato il gustosissimo Iris.

Non se si tratta di una storia di collezionismo o di un romanticissimo racconto d’amore. Di qualunque cosa si tratti, il ritorno al passato è sicuramente uno dei viaggi preferiti dal nostro Franco D’attardi.